Tendinopatia del tibiale posteriore: perché è fondamentale intervenire
Sempre più spesso numerose sono le persone che lamentano problemi legati ai piedi nello specifico a tendinite del tibiale posteriore.
La tendinite si sviluppa spesso nei piedi in quanto subiscono costante pressione dovuta ai movimenti naturali quali: camminare, fare sport, lavorare compiuti ogni giorno.
Nello specifico, il tendine tibiale posteriore è particolarmente suscettibile all’infiammazione perché aiuta a mantenere l’arco plantare e impedisce al piede di appiattirsi eccessivamente (pronazione) sotto carico corporeo.
La tendinite tibiale posteriore può essere un precursore della sua disfunzione, con la graduale perdita della funzione dell’arco e il graduale appiattimento dell’arco (piede piatto acquisito)
Ecco perché alle prime avvisaglie bisogna rivolgersi ad un podologo per la diagnosi.
Per arrivare ad una diagnosi corretta, lo specialista chiederà al paziente di eseguire specifici esami ortopedici e controlli strumentali, come radiografie correttive (RX) o risonanza magnetica (RMN) e per alleviare il dolore, sicuramente al paziente verrà consigliato di indossare un plantare per tendinite tibiale posteriore.
Cos’è il tendine tibiale posteriore
Il tendine tibiale posteriore parte dalla parte più bassa della zona inferiore della gamba e percorre la parte mediale al di sotto dello stelo fibulare, estendendosi così in tutto il piede.
Ad ogni passo, il tendine tibiale posteriore è sottoposto a tremende tensioni e pressioni perché aiuta a mantenere in posizione corretta l’arco del piede.
Ad ogni passo, però, si ricreano depressioni e archi naturali, in modo che l’impatto possa essere dissipato.
Il grado di assorbimento degli urti o di depressione dell’arco varia da persona a persona, a seconda della struttura di gambe e piedi; ecco perché è fondamentale utilizzare un plantare per tendinite tibiale posteriore appositamente progettato per “riposare” il tendine attraverso il drenaggio funzionale.
Quali sono i sintomi più comuni della tendinite tibiale posteriore
I sintomi della tendinite tibiale posteriore sono gonfiore e dolore nell’arco del piede, in prossimità della caviglia e lungo il tendine.
Il dolore si manifesta durante l’esercizio fisico, stando in piedi per lunghi periodi di tempo ed inizialmente non si avverte a riposo; tuttavia, uno dei primi sintomi per riconoscerlo è la presenza di gonfiore eccessivo ai piedi che indica un danno ai tendini.
La guaina attorno al tendine produrrà fluido lubrificante in eccesso, cercando di far scorrere più facilmente il tendine durante il processo di guarigione.
Questa produzione di liquidi in eccesso può far sì che il paziente veda e senta gonfiore alla caviglia e all’arco del piede.
Nei casi più gravi, la lesione del tendine che inizia con la tendinite può progredire fino alla rottura totale o parziale dello stesso.
Plantare per tendinite tibiale posteriore: i trattamenti indicati
Il trattamento per questo problema può dipendere dalla durata della comparsa dei sintomi e dall’eventuale perdita di forza del tendine.
I farmaci antinfiammatori non steroidei, la terapia fisica, il riposo e l’uso di un plantare per tendinite tibiale posteriore sono solitamente il primo ciclo di trattamento.
In rari casi vengono somministrate iniezioni di cortisone.
Questi sono tutti trattamenti ideati per ridurre l’infiammazione del tendine e la pressione su di esso.
Nei casi più gravi, è possibile utilizzare un gesso sotto il ginocchio per quattro-sei settimane per consentire al tendine di riposare completamente.
Se queste misure non producessero risultati accettabili, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per pulire il tendine e riparare eventuali difetti.
Ovviamente, la chirurgia deve essere presa in considerazione solo quando tutti i trattamenti provati non danno i risultati attesi o è ritenuto utile dal podologo.
Lo scopo è correggere la deformità e quindi alleviare il dolore.
Nel caso di interventi su tendini danneggiati, l’invasività della chirurgia è ora notevolmente ridotta; infatti, per riparare le lesioni tendinee, l’intervento fisico sul corpo prevede una piccola incisione; a causa della piccola invasività, anche i tempi di recupero sono notevolmente ridotti.
Se ci sono problemi più importanti, come artrosi o rigidità e deformità strutturali, allora bisognerà intervenire anche sull’astragalo del tallone.
In questo caso, la chirurgia è più invasiva perché prevede l’inserimento di un innesto osseo per correggere l’eccessiva pronazione.